I reati di appropriazione indebita e di sottrazione di cose comuni
Il reato di appropriazione indebita ex art. 646 del Codice Penale appartiene alla categoria dei delitti contro il patrimonio e punisce chi si appropria di denaro o bene mobile altrui, per procurare a sé o ad altri un illegittimo profitto. Se il fatto è compiuto su cose possedute a titolo di deposito necessario, l’appropriazione indebita viene considerata aggravata e la pena viene aumentata. Nel caso di appropriazione indebita operata da comproprietari, soci o coeredi si configura il delitto di “Sottrazione di cose in comune” regolato dal’art. 627 c.p.
Il testo dell’art. 646 c.p. – Appropriazione indebita
“Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro mille a euro tremila.
Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata.”
Appropriazione indebita di beni aziendali
In ambito aziendale il reato di appropriazione indebita può essere compiuto:
- mediante sottrazione di denaro dell’azienda, per esempio effettuando pagamenti per proprio vantaggio tramite il conto aziendale o traverso pagamenti fittizi o finte consulenze oppure tramite furto dalla cassa o dai depositi aziendali;
- mediante appropriazione di cespiti o strumentazione di qualsiasi tipo di proprietà aziendale;
- mediante appropriazione di dati informatici, contenti files
I dati informatici sono qualificabili come cosa mobile
Come stabilito dalla sentenza n. 11959 del 2020, la Suprema Cassazione di Cassazione ha qualificato “i dati informatici, contenenti files come cose mobili ai sensi della legge penale e, pertanto, costituisce condotta di appropriazione indebita la sottrazione da un personal computer aziendale, affidato per motivi di lavoro, dei dati informatici ivi collocati, provvedendo successivamente alla cancellazione dei medesimi dati ed alla restituzione del computer formattato”.
Appropriazione indebita in ambito privato
In ambito privato, se l’appropriazione indebita è compiuta da un famigliare, ascendente o discendente, non è possibile sporgere querela e il colpevole verrà perseguito solo civilmente.
Fuori dall’ambito famigliare, è possibile procedere facendo riferimento all’art. 646 c.p.
Indagini investigative per furto e appropriazioni indebite
Nei casi di furto o appropriazione indebita, sia in ambito aziendale che privato, l’investigatore privato si muove per fornire un quadro probatorio dei reati commessi che potrà essere utilizzato nelle sedi giudiziarie.
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